Colloqui sulla Comunicazione Istituzionale
Incontro con Ten. Col. Michele De Rosa e Ten. Col. Gerardina Corona
Ufficio stampa Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
"L'ufficio stampa dei Carabinieri italiani, un servizio alla società"
Mercoledì 16 ottobre 2024
Nel primo incontro con i professionisti della comunicazione del nuovo anno accademico abbiamo avuto in facoltà due ospiti d’eccezione, il Ten. Col. Michele De Rosa e Ten. Col. Gerardina Corona, dell’’Ufficio stampa del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri. Con loro si è parlato di storytelling, di prossimità ai cittadini, di identità e valori oltre che di collaborazione attiva sul territorio con gli organi ecclesiali.
«Sia noi che voi – ha esordito il Col. Corona – abbiamo in comune la mission di fare qualcosa per gli altri, di essere attivi nel sociale. Siamo cioè un'istituzione che ha necessità di comunicare nel rispetto della tradizione e dei nostri valori fondanti». L’Arma dei Carabinieri, nata nel 1814, oggi conta oltre 110mila persone sparse su tutto il territorio nazionale. Presenti in ogni paese d’Italia i Carabinieri rappresentano un’istituzione di prossimità ai cittadini insieme alle altre due figure tradizionalmente fondamentali nella storia italiana, il sindaco e il parroco. «Abbiamo una responsabilità sociale nei confronti del cittadino e questo include anche saper ascoltare chi viene in caserma per raccontare dei problemi anche se non si configura un reato, proprio perché siamo consapevoli del nostro ruolo verso una comunità che ha bisogno di vicinanza e, in molti casi, di essere recuperata. Ad esempio nelle periferie, ascoltando ragazzi che subiscono lo spaccio in quartieri difficili, ecc.».
Una cosa fondamentale ha sottolineato Corona è la capacità dello storytelling, l’arte di raccontare storie. «La cosa che facciamo è raccontare le nostre storie di lavoro sul campo. Lo facciamo attraverso la radio, la tv, i podcast, i video e i social media». Non a caso il loro motto è “possiamo aiutarvi" che è anche il loro hashtag sui social. «Lo storytelling è importante perché permette all’ascoltatore di immedesimarsi nelle storie reali attraverso le parole di chi ha subito una truffa o un’ingiustizia. Ma questo aiuta anche noi carabinieri perché oggi nella comunicazione è necessario creare un coinvolgimento emotivo. Questo ha un effetto positivo non solo verso la percezione dell'istituzione, ma anche sui carabinieri stessi che si sentono apprezzati».
Naturalmente, ha precisato il colonnello, nella comunicazione dell’Arma è fondamentale che ci sia un interesse pubblico alla divulgazione della notizia. «Dobbiamo dunque necessariamente avere il placet dell'autorità giudiziaria» altrimenti l’attività deve restare riservata e non diffondibile.
Uno degli aspetti concreti alla base della comunicazione sui social media dell’Arma è l’utilizzo di foto e video. Lo ha ben spiegato il Colonnello De Rosa parlando della necessità di addestrare le pattuglie sul territorio a documentare gli interventi che fanno. «Nel 2007/2008, Facebook aveva la finalità di rimanere in contatto con gli amici, i parenti, ecc., col tempo si è capita la forza dei canali social in termini di divulgazione”. Per questo la comunicazione che è sempre più veloce è bastata molto sulle immagini. Insieme raccontare storie, dare informazioni, divulgare, “lo abbiamo visto anche durante la pandemia».
Una strategia raccontata da De Rosa è il coinvolgimento del pubblico, perché «solo una persona che si sente coinvolta è pronta ad ascoltare e ricevere informazioni e indicazioni». «Noi stiamo cercando oggi di raggiunger un pubblico più giovane che è più distante da noi. Ci sono messaggi che apparentemente sono privi di contenuto, ma noi sappiamo che avvicinandosi al nostro mondo è poi possibile veicolare molte informazioni come, i concorsi per far parte dell'arma, o come difendersi da truffe online, ecc., e
i social rappresentano proprio il modo per veicolare il proprio messaggio in modo diretto».
Uno dei punti di forza di questo tipo di comunicazione sono le foto e i video che vengono dal territorio: salvataggi, gesti eroici, ecc. «Purtroppo, a volte, manca la capacità di documentare bene le azioni. Per questo stiamo formando personale speciale con conoscenze di videomaking (soprattutto in post produzione) per essere in grado di migliorare il prodotto. Però, spesso, sappiamo che proprio la qualità "scarsa" dimostra la veridicità delle operazioni effettuate. Per le cose che produciamo noi c'è un ufficio preposto al Comando Generale dell’Arma».
Ci sono anche campagne di comunicazione. Ad esempio, per contrastare il fenomeno di truffe agli anziani in cui ha partecipato il noto attore italiano Lino Banfi. «Stiamo cercando, inoltre, di dare una formazione comunicativa non solo istituzionale ma anche di come rapportarsi al cittadino nelle varie situazioni – ha concluso Corona –, ma non è automatico o così facile. È un percorso».