A partire dalla conclusione del Concilio Vaticano II, il tema della sinodalità nella Chiesa è diventato oggetto privilegiato di studio e dibattito da parte di numerosi ricercatori. In concomitanza con l’avvio del Sinodo dei Vescovi in corso durante questo mese a Roma, l’Università della Santa Croce e il Pontificio Collegio al Campo Santo Teutonico organizzano – dal 10 al 14 ottobre – un simposio internazionale sul tema I Concili e le minoranze - Konzil und Minderheit.
Da sempre i Concili sono stati considerati la forma preferita di governo collegiale, “nella quale si risolsero questioni a carattere dottrinale e disciplinare, stabilendo regole per la vita ecclesiastica”, spiegano gli organizzatori. Il convegno si concentrerà soprattutto sulle minoranze all’interno dei dibattiti conciliari, i cosiddetti “perdenti”, cercando di “comprenderne le motivazioni, gli sforzi per rendere giustizia alle opinioni opposte”, o se in alcune circostanze “abbia prevalso l’intolleranza e l’incomprensione” e se “nelle condanne si sia distinto tra dottrina e persona”, riuscendo così a costruire dei ponti.
Temi ancora attuali se si pensa anche al dinamismo sinodale, recentemente riformato da Papa Francesco.
Su questi aspetti interverranno, tra gli altri, gli studiosi Heinz Ohme (Berlino) con uno sguardo a V secolo; Evangelos Chrysos (Atene) su controversie del IX secolo; Klaus Schatz (Francoforte) e Petar Vrankić (Asburgo) sul ruolo della minoranza al Concilio Vaticano I per la definizione del dogma sull’infallibilità del Papa; e il Vescovo Agostino Marchetto su quella al Concilio Vaticano II.
Minoranze, poi, non solo legate alle dinamiche delle assemblee conciliari, ma anche intese come preoccupazione dei Concili per quelle religiose, etniche e sociali.
Su questo interverranno Johannes Grohe (Roma), sul rapporto con gli ebrei in Spagna nel tardo Medioevo; Filippo Forlani (Roma) sulla schiavitù in Corsica nel XII secolo; e Alberto Ferreiro (Seattle) sulla cura dei poveri nell’Alto medioevo.