“In questo tempo in cui il mondo soffre dolore e incertezza a causa della pandemia, tutti noi che facciamo parte della comunità accademica: insegnanti, studenti, dipendenti e persone che lavorano a nostro beneficio, ti chiediamo di proteggerci e di custodirci”. Con un Atto di affidamento alla Madonna dell’Apollinare, Regina degli Apostoli, venerata nella Cappella del Santissimo Sacramento della nostra Università, il Rettore Luis Navarro ha dato inizio oggi, 5 ottobre 2020, al 36º Anno accademico, affidandolo appunto al riparo e alla protezione della Vergine.
L’ispirazione per l’Atto di affidamento è venuta dall’epigrafe che si trova ai piedi della stessa immagine della Madonna, una preghiera in latino che i fedeli romani Le rivolsero per ottenere aiuto e intercessione nel 1657, per essere liberati dall’epidemia di peste: “Santa Maria, riparatrice della concordia tra i fedeli cristiani, intercedi per noi presso Dio perché possiamo essere liberati dall’epidemia e dai mali presenti e futuri”.
Oggi come allora, “ti imploriamo che per tua intercessione possiamo essere liberati dalla malattia del corpo e da tutte quelle epidemie dello spirito che oggi ci minacciano più intensamente: soprattutto la disperazione, la solitudine e l’individualismo”.
L’Atto di affidamento si è svolto al termine della Santa Messa votiva dello Spirito Santo, celebrata nell’attigua Basilica di Sant’Apollinare, alla presenza di un ristretto gruppo di docenti, studenti e dipendenti per via delle misure di prevenzione sanitaria.
Nel corso dell’omelia, il Rettore, ispirato dalle parole del Vangelo e prendendo in considerazione l’attuale situazione di emergenza, ha fatto riferimento al “messaggio di speranza” che viene dalle parole di Gesù, quando agli Apostoli impauriti nel cenacolo rivolge quel “Pace a voi” che trasforma il loro timore in gioia.
“Anche noi ci troveremo ad affrontare problemi, non solo sanitari. Ci sono e ci saranno. Ma affrontarli con Gesù è fonte di pace profonda”. Di fronte all’incertezza dovuta al Covid-19, dunque, “tocca a ciascuno di noi: docenti, impiegati e studenti mettere al servizio degli altri i nostri carismi per fare la nostra Università”, una comunità in cui si vive quotidianamente l’unità e la diversità, elementi propri della Chiesa stessa.
“Non possiamo chiuderci nel nostro piccolo mondo, nelle nostre preoccupazioni” – ha aggiunto – ma occorre “mettere i nostri talenti al servizio degli altri, con sforzo, generosità”, per fare in modo che anche quest’anno la Santa Croce “sarà un luogo di crescita nella qualità della docenza, della ricerca, della collaborazione fra tutti al servizio dei nostri studenti”.