venerdì 29 gennaio 2021 - dalle 9.15 alle 12.15
Nuova Giornata di studio sul ruolo e la responsabilità dei giornalisti e degli operatori dell’informazione e della comunicazione in una fase segnata da crisi senza precedenti, dalle degenerazioni del politicamente corretto e dalla difficoltà di orientarsi su temi di interesse pubblico per il frastuono di voci, mezzi e fonti. In continuità con la Giornata del 29 ottobre 2019,
L’iniziativa è promossa dalla Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce (PUSC) e dall’Associazione ISCOM (Ente Terzo Formatore). ...
web info | Video dell'incontro
Pandemia banco di prova della credibilità, autorevolezza, chiarezza di espressione di noi giornalisti. Da un lato il sensazionalismo, dall’altro la necessità di offrire una informazione seria e ben ponderata. Paura, angoscia, ansia sono effetti collaterali del virus. Obiettivo di una buona comunicazione non è eliminarle, ma evitare che sfocino in comportamenti scorretti a scapito della collettività. Unico antidoto all’infodemia è una narrazione seria e veritiera che non allarmi e non annacqui.
Carmen Santoro
Penso che, nonostante gli errori commessi, la reputazione del giornalismo e dei media esca rafforzata da questa situazione di emergenza. Sondaggi e report internazionali mostrano, da una parte, che lo sforzo è stato apprezzato dagli utenti, e dall'altra che gli stessi giornalisti credono di più nel valore del proprio lavoro. Sono due segnali incoraggianti per rilanciare l’identità del giornalista, che negli ultimi decenni è sembrata un po’ confusa.
Diego Contreras
Il COVID è da quasi un anno la prima notizia dei tg, quotidianamente presente sulla stampa e sui media digitali. Informazioni e dati si accumulano, spesso senza fare chiarezza, anzi aumentando incertezza, paura, rabbia in alcuni casi. Il virus non è solo il contenuto di un messaggio. È a sua volta un medium, un ambiente che ha ridefinito il nostro vivere insieme, e una lente di ingrandimento su una serie di limiti della comunicazione, e può quindi offrire la possibilità di un cambiamento.
Chiara Giaccardi
Il cristianesimo non è una teoria bensì la comunicazione di un’esistenza, la testimonianza di un fatto. Questo è tanto più vero oggi, in tempo di pandemia, perché fatichiamo a trovare le parole per descrivere lo smarrimento, l’angoscia e la paura. Cosa fare per “non sprecare questa crisi”? Serve creatività nell’uso dei mezzi di comunicazione, rinnovare il patto con il cittadino lettore e ascoltatore, riscoprire le nostre motivazioni come giornalisti.
Ignazio Ingrao
Donne Chiesa Mondo, il mensile femminile dell’Osservatore Romano, è una rivista che, anche in ragione della composizione del suo Comitato di direzione, si trova impegnata, costretta, ad approfondire la conoscenza delle pluralità, delle differenze, e della spiritualità femminile e del ruolo delle donne anche all’interno di realtà millenarie come quelle religiose. Il documento sulla Fratellanza Umana è in questo senso, a mio parere, una pietra miliare anche per la comunicazione.
Rita Pinci
Il discorso pubblico sul giornalismo richiama alla mente ripetitive declinazioni del concetto di 'crisi' e poche proposte realistiche di exit strategy. Ma il Covid-19 ha interrotto questo frame, indicando che in tempi di crisi e infodemia aumenta l'impatto della disinformazione ma, ancor più, un nuovo bisogno di informazione garantito da una mediazione professionale. Può aprirsi finalmente una vertenza non minoritaria contro l’ambigua fortuna della disintermediazione.
Mario Morcellini
Contrastare la disinformazione non vuol dire censurare i contenuti ma valorizzare l'informazione di qualità, prodotta professionalmente e fondata su evidenze scientifiche. Il lavoro di verifica delle fonti da parte del giornalista è fondamentale per assicurare ai cittadini-utenti il diritto all'informazione e i giganti del web devono collaborare per rendere la Rete un ambiente sicuro e rispettoso dei diritti delle persone.
Ruben Razzante
Come si combatte la disinformazione ai tempi del coronavirus? Con le taskforce? Con la censura? Utilizzando il sistema giornalistico? Cosa non ha funzionato e non funziona in questo momento di pandemia e infodemia? Quali sono gli strumenti che possono intervenire tempestivamente contro di essa? Sono tutte domande che non hanno una soluzione secca in bianco o nero, ma a cui cercheremo di dare una risposta nella call di oggi per insegnare alle persone come superare lo scoglio del "pensiero critico”.
Claudio Michelizza
Esserci e osservare sono i capisaldi della professione: non si parla per sentito dire, per interposte dichiarazioni, si va e si vede, si verifica e poi si racconta. È questa la dinamica che ci rende veramente partecipi di ciò che accade intorno a noi. Al servizio delle persone, a cominciare dal servizio a sé stessi: la possibilità di prendere una decisione con libertà, con tutti gli elementi di conoscenza necessari a formarsi un’opinione. Lo garantisce anche la nostra Costituzione.
Giovanni Tridente
Essenziale non solo per la democrazia ma anche per la sua opera di scandagliamento e discernimento, il giornalismo è chiamato a cogliere e a offrire il ‘senso’ delle storie e la 'vita vera'. Preservandola dal gorgo della disinformazione, dalle cortine fumogene, dai rumori di fondo. Al servizio di un’opinione pubblica assuefatta e, allo stesso tempo, sempre più disorientata ed esigente.
Antonino Piccione