Giornata di studio "L’intelligenza artificiale, una sfida per l'informazione", 15 marzo 2023
Mercoledì 15 marzo 2023 (dalle 9.30 alle 13.30, Aula magna Giovanni Paolo II), la Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale insieme all’Associazione ISCOM ha organizzato una Giornata di studio dal titolo "L’intelligenza artificiale, una sfida per l'informazione". L'iniziativa è stata realizzata in continuità con quelle del 29 ottobre 2019, del 29 gennaio 2021 e del 16 marzo 2022
In questa Giornata di studio si è cercato di rispondere ad alcuni quesiti: è possibile cogliere le opportunità offerte dal salto tecnologico, salvaguardando la cultura, il fiuto e la sensibilità del giornalista?
LA GIORNATA IN PILLOLE
È possibile tracciare una linea di confine tra opportunità e pericolo per l’informazione al tempo della IA ? I bot sono già da anni parte delle produzioni editoriali, ma finora l’uso del software di questo tipo nelle newsroom era limitato a descrivere l’andamento dei mercati o a diffondere i risultati sportivi. Oggi ChatGpt produce contenuti per testate e siti di informazione, con limiti che possono risultare evidenti oppure no. Io mi limito a ricordare le parole di papa Francesco: l’antropologia digitale necessita di tre coordinate fondamentali: l’etica, l’educazione e il diritto. Maria LEPRI
Per orientare le sfide dell'IA, la Rome Call propone un’algoretica, ossia un’etica degli algoritmi, capace di agire non come strumento di contenimento bensì come indirizzo e guida, sulla base dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa: dignità della persona, giustizia, sussidiarietà e solidarietà. Destinatari sono la società tutta, le organizzazioni, i governi, le istituzioni, le tech companies internazionali: ognuno è necessario per condividere un senso di responsabilità che garantisca all’umanità tutta un futuro nel quale l’innovazione digitale e il progresso tecnologico mettono al centro l’essere umano. Vincenzo PAGLIA
Stiamo entrando in una nuova Era dell’Intelligenza Artificiale. I nuovi modelli generativi, noti ora grazie alla ChatGPT, che dalla prossima settimana farà un ulteriore upgrade, riproducono un linguaggio naturale ed elegante, come quello umano. Lo fanno usando un metodo di apprendimento semplice e autosupervisionato: invece della grammatica o la coniugazione, il sistema inventa da solo costrutti e li incorpora in estese reti neurali. Tutto questo a partire da dati che richiederebbero circa 500mila vite per essere letti. Ma in tutto questo non c’è intelligenza.Il mestiere del giornalista richiede, rapidamente, una riconfigurazione etica. Barbara CARFAGNA
Lo spazio digitale è terreno quanto mai fertile per manipolare le informazioni con effetti distorsivi sugli assetti democratici della società. Questo rischio è portato all’ennesimo grado proprio dall’utilizzo dell’algoritmo che, se da un lato porta innegabili vantaggi nella lotta contro la disinformazione, dall’altro può determinare alcuni grossolani errori e distorsioni e, sul lungo termine, rischia di deresponsabilizzare i moderatori umani. La scelta dell’Unione europea in favore della normazione e della “democratizzazione” dell’IA esprime l’ambizione del nostro continente di giocare un ruolo di primo piano in questa partita, ponendo l’uomo e i suoi diritti fondamentali al centro. Ginevra CERRINA FERONI
L’intelligenza artificiale aiuta il proliferare di fake news, anche grazie alla manipolazione delle immagini, le deep fake con seri rischi di manipolazione dell’opinione pubblica, su temi importanti. Il pluralismo informativo potrebbe cedere al pensiero unico, se l’utente del web deciderà di essere passivamente attinto da notizie virali con titoli “acchiappa-like”, favorendo “l’atrofizzazione” della capacità di discernimento. Gli utenti devono conservare quell’istinto di sopravvivenza primordiale che si chiama curiosità, privilegiando fonti ufficiali ed attendibili, e i giornalisti non devono cedere alle nuove tecnologie a scapito della qualità dell’informazione, sulla quale si fonda il sistema democratico. Caterina MALAVENDA
Che l'intelligenza artificiale fosse un’incognita sul piano della tutela di alcuni diritti in Rete lo si era capito. ChatGPT e machine learning ha già provocato interventi dell’Autorità garante della privacy, finalizzati a ristabilire equilibri violati e a scongiurare pericoli per la protezione dei dati personali. Altro ambito di potenziali lesioni di diritti è quello relativo al copyright, diritto che in Rete risulta spesso di impervia tutela e che lo diventa ancor più se si entra nella sfera opaca dell’Intelligenza artificiale. Infine, occorre valutare, sul piano strettamente deontologico, i principi del diritto di cronaca con riferimento al requisito della verità sostanziale dei fatti, che i giornalisti sono chiamati a coltivare nel loro quotidiano lavoro. Ruben RAZZANTE
La rivoluzione digitale che stiamo vivendo si basa soprattutto sulla disponibilità di quantità immense di dati e sul grandissimo potere computazionale degli elaboratori. Questo comporta grandi potenzialità e grandi rischi, di cui è necessario essere consapevoli - a tutti i livelli - per non subire il cambiamento ma esserne artefici e, con le giuste competenze, poterlo indirizzare verso la creazione di un mondo migliore, più equo e sostenibile. Tiziana CATARCI
Già oggi la tecnologia generativa è in grado di affiancare il lavoro umano. Ad esempio nel marketing digitale, dove servono contenuti di valore per una coerente narrazione del brand attraverso la Rete. Ripercorrendo i processi operativi di un piano editoriale, si può apprezzare il rilevante apporto dell'IA nell'organizzazione delle idee, nell'analisi delle fonti, nella scrittura, nella diffusione e nell'interpretazione dei risultati: grazie alla capacità di elaborare quantità di dati in tempi brevi e di apprendere dalle scelte degli autori, ogni fase si arricchisce di un importante contributo creativo e qualitativo. Fulvio JULITA
Il giornalismo ha bisogno di più tecnologia perché ha bisogno di tempo. Tempo per cercare, ascoltare, discernere, comprendere, verificare, leggere il contesto, sviluppare le storie e conquistare la fiducia del pubblico. Se le attività di routine, come le ricerche d’archivio, vengono delegate all’intelligenza artificiale, si può liberare tempo per pensare e perseguire una buona informazione. Compito del giornalismo non è fare eco al frastuono del mondo, ma dare un senso costruttivo a questo rumore. Mariagrazia VILLA
L'IA produrrà una disoccupazione globale nell'industria dei contenuti, dai giornali alle tv? Netflix vedrà le sue serie autogenerate? È necessario sottrarsi rapidamente a un dibattito apocalittico per imboccare la strada inevitabile di quello che gli studiosi chiamano il "transumanesimo". Una stagione culturale ibrida dove persone e macchine convivono. Se non vogliamo esserne ostaggio, non si tratterà di immaginare scuole, uffici, fabbriche, redazioni dove l’IA è un mostro ostile da sconfiggere, ma di lanciare un umanesimo digitale dove sapere classico e frontiere cyber si incontrino. Carlo BONINI
L’IA è ormai entrata in molte redazioni, dove trasforma ogni aspetto della filiera di produzione delle notizie, dalla loro raccolta e selezione, alla creazione degli articoli e alla loro distribuzione. D’altro lato può essere utilizzata per analizzare i comportamenti delle persone e generare contenuti falsi ma credibili, da usare in vere e proprie campagne di disinformazione. Il giornalista o si rende protagonista del cambiamento aggiornandosi ed evolvendosi, oppure rischia di esserne travolto. In gioco, sono il futuro dell’informazione e la democrazia stessa. Alessio JACONA
L’anelito delle tecnologie emergenti alla perfezione reca in sé il rischio di smarrire il senso del limite costitutivo dell’uomo che, giocando a essere Dio, smarrisce sé stesso. Il discernimento, lo spirito critico, “il diritto di frondismo” (Eugenio Torelli Viollier), la coerenza deontologica, la formazione professionale: tutto ciò costituisce il sale del giornalismo, che potremmo definire artigianale, ingrediente fondamentale da aggiungere a ogni pietanza ‘bella e pronta’ cucinata dall’IA. Antonino PICCIONE
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