Festa dell'Università 2022 - "In viaggio con Dante", relazione di Franco Nembrini, il 10 marzo
Come ormai consuetudine, il 10 marzo 2022 si è svolta la Festa dell'Università in ricordo del Beato Álvaro del Portillo, nostro fondatore e primo Gran Cancelliere, nell'anniversario della nascita.
A partire dalle ore 15, nell'Aula Magna "Giovanni Paolo II", c'è stata la rappresentazione In viaggio con Dante: occorre perdersi per arrivare in Cielo (...a volte). Relatore Franco Nembrini; voce recitante Beatrice Vecchione; introduzione di Filippo Forlani. L'iniziativa ha coinvolto studenti, docenti e personale amministrativo.
In viaggio con Dante insieme a Franco Nembrini
“Appassionare i giovani a loro stessi, alle loro vite”
Invano si affanno gli uomini che non si rivolgono all’aiuto della Vergine Maria. Ce lo dice bene e meglio Dante nell’ultimo canto della sua Divina Commedia “Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar san’ali”.
Un centinaio di persone tra studenti, docenti e personale amministrativo si sono riuniti nel pomeriggio di giovedì 10 marzo per festeggiare la nostra Università, in ricordo del Beato Álvaro del Portillo, nostro fondatore e primo Gran Cancelliere, nell'anniversario della sua nascita.
“Siamo fieri di avere un primo Gran Cancelliere che la Chiesa ha proclamato Beato; in questo preciso momento storico dove la guerra è tornata ad essere terribile protagonista delle nostre vite, possiamo chiedere aiuto a lui che sapeva trasmettere pace. Preghiamolo, perché interceda per la pace nel mondo e nel nostro cuore”, ha salutato così tutti i partecipanti il rettore Luis Navarro.
“Occorre perdersi, a volte, per arrivare in Cielo”, ha ricordato Filippo Forlani, docente di Storia della Chiesa e appassionato di Dante nel presentare Franco Nembrini, ospite d’eccezione alla Festa. Insegnante, saggista, pedagogista e – ci ha tenuto a specificare –, quarto di dieci figli. Una simpatica competizione affettuosa “con don Álvaro, che era invece terzo di otto”.
“Qual è il trucco per far appassionare i giovani alla Divina Commedia?, mi chiedono sempre in tanti”, ha esordito Nembrini. “Imparare quello che insegni è il segreto per essere bravi insegnanti e Dante ci aiuta in questo. Suscita in noi quel desiderio di conoscenza che rende la nostra vita una vita degna. Amare Dio è amare la realtà”, ha spiegato.
“A me non interessa far innamorare i giovani a Dante; quello che a me sta a cuore è farli appassionare a loro stessi, alle loro vite. Il tema della Divina Commedia sono loro, ecco perché poi alla fine ne rimangono attratti”, ha continuato l’ospite.
Nembrini ha iniziato i suoi corsi su Dante per caso: “Il più piccolo dei miei 4 figli mi chiese un giorno di poter studiare con lui. Ed è così che una semplice domenica sera in compagnia di mio figlio e Dante è diventato, negli anni, un dialogo tra me e 200 persone in un teatro, in una Chiesa o in una palestra”. Un passaparola tra amici che ha dato vita ad una serie di “corsi-dialoghi tra me e i ragazzi”.
La passione di Nembrini per Dante altro non è che la sua passione per le persone, per le loro storie personali. “Del resto quando capiamo che la realtà è l’altoparlante con cui Dio ci chiama, vien da sé che tutto quello che ci circonda è per noi occasione per voler bene agli altri”. Leggere Dante in questo modo permette di “vedere nelle sue cantiche il nostro viaggio, quel viaggio personale che ciascuno di noi deve compiere inevitabilmente. Dall’Inferno al Paradiso, passando per il Purgatorio: la più faticosa, la più tremenda e la più splendida sfida che spetta a tutti”.
A Beatrice Vecchione, attrice di teatro, diplomata alla scuola del Teatro stabile di Torino sono stati lasciati i momenti finali della Festa. Con maestria e sentimento ha letto l’ultimo canto del Paradiso, come fosse una preghiera, come fosse la cosa più dolce da raccontare, un ultimo ed intimo desiderio “sì come rota ch’igualmente è mossa l’amor che move il sole e l’altre stelle…”.
Valentina Ciaccio