“Il grande compito di creare e proteggere la fiducia nelle istituzioni": colloquio con Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Comunicazione della CEI
Mercoledì 28 aprile 2021, presso l’Aula Magna “Giovanni Paolo II”, si è tenuto uno dei consueti colloqui settimanali sulla Comunicazione Istituzionale, tra gli studenti e i professori della Facoltà di Comunicazione, con la partecipazione di Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana.
Condividendo la sua esperienza con gli studenti, Corrado ha sottolineato quanto sia di primaria importanza per un ufficio di comunicazione orientare tutte le attività dell’istituzione verso un obiettivo centrale e condiviso. Nel caso della Conferenza Episcopale Italiana, per esempio, esso deriva dalle indicazioni del Magistero e dalla Chiesa nazionale in generale. È necessario, dunque, riuscire a creare dei ponti sia all’interno dell’istituzione stessa (ad intra) che all’esterno (ad extra). Una comunicazione interna ben fatta aiuta di conseguenza la comunicazione esterna e mostra all’opinione pubblica una identità chiara e definita dell’istituzione, migliorando anche la percezione del pubblico di riferimento.
Menzionando il libro Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi (1994), Corrado ha spiegato come l’“opinione pubblica sia qualcosa di inseperabile dai media” tanto più negli ultimi anni, quando gioca molto anche con il valore del sentiment sui social, più fuggevoli rispetto al passato, ma certamente, non meno potenti nell’influenzare la considerazione del pubblico su una determinata istituzione.
A “creare scompiglio” nel lavoro di comunicazione di un ufficio di un’istituzione c’è anche un altro fenomeno – ha spiegato il responsabile comunicazione della CEI – ed è la disintermediazione, il processo sviluppatosi con l’avvento di Internet che ha, praticamente, reso sempre meno importante il valore degli intermediari, accrescendo il rapporto diretto tra le due parti in una determinata causa: “laddove l’istituzione non sia bene strutturata la disintermediazione potrebbe creare grossi problemi. Ciò ha un impatto non solo con l’organizzazione quotidiana ma, anche su tutti gli aspetti che corrispondono ai principi della stessa comunicazione istituzionale”.
A monte di tutto questo c’è poi la questione della fiducia generata da un’istituzione, nella cui ispirazione l’ufficio comunicazione riveste un ruolo determinante: “è uno di quei fattori fondamentali con cui ci si relaziona, con cui si abita la contemporaneità, con cui ci si proietta verso il futuro”. Colui che è chiamato a gestire comunicazione dell’istituzione ha il grande compito di creare e proteggere questo aspetto della fiducia. Se la fiducia diminuisce crea solo confusione, minacciando, di conseguenza, la credibilità dell’istituzione. La soluzione sta nel mantenere e sviluppare sempre più relazioni con tutti i pubblici di rifermento, ha concluso l’ospite.
Suor Fathima Shirisha SDS
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