"La famiglia come soggetto sociale", Giornata del Centro Studi Giuridici sulla Famiglia - 17 marzo 2022
Il Centro di Studi Giuridici sulla Famiglia ha organizzato, giovedì 17 marzo 2022, la sua IVª Giornata interdisciplinare, per riflettere sulla famiglia come "soggetto protagonista di un'ecologia integrale, perché è il soggetto sociale primario" (Papa Francesco).
Come nelle precedenti giornate del CSGF, è stata l’interdisciplinarietà a caratterizzare il dialogo e lo studio di questa dimensione della famiglia, esaminata dalla prospettiva filosofica, teologica, giuridica ed ecologica.
La famiglia come luogo dove prendersi cura delle relazioni naturali dell’uomo
È la famiglia la risposta alla grande sfida del nostro mondo, il soggetto protagonista primario di un'ecologia davvero integrale. Si è ispirata a queste parole di Papa Francesco, pronunciate nel 2015 a Philadelphia, la giornata interdisciplinare del Centro di Studi Giuridici sulla Famiglia (Facoltà di Diritto Canonico) di quest’anno, giunta alla quarta edizione. L’iniziativa ha voluto anche proiettarsi verso il X Incontro Mondiale delle Famiglie, che si celebrerà nel giugno prossimo. Una ottantina i partecipanti, sia in presenza che on line.
Dopo i saluti del Rettore dell’Università, Luis Navarro, è stato il professor Héctor Franceschi, direttore del Centro di Studi Giuridici sulla Famiglia a dare inizio ai lavori, ricordando come la famiglia debba oggi “recuperare il suo protagonismo nella società” provando a difendere sé stessa “con un sano complesso di superiorità”. Ciò le deriva dal suo “carattere intrinsecamente sociale”, da cui scaturiscono “diritti e doveri essenziali nei confronti sia della Chiesa, per i fedeli, che delle altre società intermedie, dello Stato e delle istanze sopranazionali”.
Nel successivo intervento, Lluís Clavell, docente emerito di Metafisica alla Santa Croce, ha ricordato “che siamo nati per essere padri o madri, dando la vita agli altri”, per cui si resta stupiti per “quanto poco spazio viene dato alla famiglia nella riflessione culturale e filosofica contemporanea, e l’uso ideologico che se ne fa, spesso a fini politici”. “La persona umana è un essere costitutivamente familiare, ogni persona umana è figlio, dono dell’amore dei genitori, e dell’amore di Dio che infonde l’anima spirituale in ogni concepimento”. Insomma, “si nasce per incarnare l’amore donale reciproco, e in questo compito cresce la libertà”, ha sottolineato Clavell.
Di famiglia secondo la Dottrina Sociale della Chiesa ha parlato Maria Aparecida Ferrari, professore associato di Etica applicata sempre alla Santa Croce. Non bisogna dimenticare, ha riflettuto la filosofa, “che la famiglia è per l’essere umano e per il futuro dell’umanità, un bene senza il quale non si può vivere”. In questo contesto, “la dottrina sociale della Chiesa rappresenta un approdo solido per comprendere o ricomprendere cos’è o chi è il soggetto famiglia e quale responsabilità sociale ed ecclesiale può e deve avere”. Da questa prospettiva, si tratta di un nucleo di relazioni umane essenziali, “un soggetto sociale vivo, dotato di potenzialità e compiti nella realizzazione del bene comune politico e della missione della Chiesa”. Da questo punto di vista, la famiglia “non soltanto genera vita, ma nutre l'integrazione di ciascun uomo in nuove realtà sociali, nei gruppi e nelle comunità di ogni tipo, nel mercato economico, nel sistema amministrativo e politico”.
La sessione pomeridiana è stata aperta da Miguel Angel Ortiz, Ordinario di Diritto Matrimoniale Canonico presso l’omonima Facoltà. “La scommessa per un diritto canonico di famiglia passa per ribadire l’esistenza di un’essenza del matrimonio e della famiglia il cui contenuto non si chiude nell’ambito dell’affettività o dei diritti soggettivi che il diritto deve soddisfare”, ha spiegato. Rifacendosi poi alla Evangelii gaudium di Papa Francesco, Ortiz ha ricordato come “la famiglia attraversa una crisi culturale profonda, come tutte le comunità e i legami sociali”. In questo, “il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno”. Eppure, “iil contributo indispensabile del matrimonio alla società supera il livello dell’emotività e delle necessità contingenti della coppia”.
L’avvocato Vincenzo Bassi, presidente della Federazione delle associazioni delle famiglie cattoliche in Europa, ha ricordato come “l’associazionismo familiare cattolico, sia a livello locale e nazionale sia a livello internazionale, ha due obiettivi principali: quello di rappresentare presso le istituzioni pubbliche e la società la funzione e il ruolo delle famiglie - non solo sotto il profilo sociale ma anche sotto il profilo economico - e quello di promuovere anche all’interno della Chiesa cattolica l’importanza delle reti di famiglia come essenziale luogo di comunione e di servizio”. “Nonostante le differenze tra le varie comunità nazionali - ha proseguito l’avvocato - le famiglie hanno in comune una naturale e meravigliosa forza generativa, che si riverbera sulle comunità sia civile sia ecclesiastica. Proprio per questo, la famiglia non è tanto il malato da curare, quanto la cura della malattia, esempio di generosità e di virtù. Tutto ciò richiede gioiosa responsabilità da parte delle coppie di sposi, che si assumono attraverso il matrimonio un impegno di servizio nella Chiesa e nella società civile”.
Ha concluso la giornata l’intervento di Sergio Belardinelli, professore ordinario di Sociologia dei processi Culturali e Comunicativi presso l’Università di Bologna, sottolineando quanto sia importante “riconsiderare un’antropologia che ha non soltanto il compito di riposizionare l’uomo al centro di un discorso sulla sua natura e nel contempo sul rapporto uomo/natura, ma anche quello di dipanare il senso della natura umana, in modo che sappia far vedere, oltre al mix di natura e cultura che ci costituisce, anche il carattere relazionale e familiare della nostra natura”. Occorre sviluppare, insomma, “una mentalità che sappia custodire e prendersi cura non soltanto della natura esterna ma anche della natura umana”. Ciò equivale “a prendersi cura delle relazioni nelle quali questa natura nasce e cresce, a dispetto della propria naturale fragilità”. E questo luogo è proprio la famiglia.
Valentina Ciaccio
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