Discorso del Rettore - "Un lavoro universitario ben fatto", a partire dalla nostra identità cristiana
Inaugurazione A. A. 2024/2025, 7 ottobre 2024 - Poco più di due mesi fa, il nostro Gran Cancelliere si rivolgeva al corpo accademico di un’altra istituzione, una università cilena, non ecclesiastica. Parlava dell’identità cristiana di quell’Università. Mons. Ocáriz sottolineava che l’identità cristiana di un progetto universitario rimanda all’identità delle persone che vi lavorano e vi danno vitalità. Un’identità cristiana può essere fondata saldamente – diceva – soltanto contemplando la figura di Gesù Cristo, “perfectus Deus” e “perfectus homo”, come la nostra fede ci insegna. Proprio dal “perfectus homo”, traeva una serie di conseguenze molto concrete, tutte legate a un lavoro universitario ben fatto, il meglio possibile nella misura delle nostre modeste forze.
Da questa indicazione possiamo trarre un invito: riflettere sull’identità cristiana della Pontificia Università della Santa Croce significa anche riflettere su un lavoro universitario ben fatto, umanamente ben fatto. E poiché conosciamo i nostri limiti, sappiamo che non possiamo darlo per scontato. Ecco perché siamo invitati a un rinnovamento intenzionale del nostro impegno per lavorare in questa direzione. Tutte le componenti dell’Università: professori, studenti e personale tecnico amministrativo, contando sull’aiuto e l’ispirazione di benefattori e amici.
Circa una settimana fa, la Rettrice di un’altra Università inaugurava l’anno accademico nella sua istituzione, ricordando che quel progetto era reso possibile solo grazie a una catena di generosità, una catena di persone caratterizzate dal desiderio di servire un proposito comune. Nemmeno questo può essere dato per scontato, se si presta attenzione al significato delle parole. Mi soffermo sulla parola catena e sulla parola derivata concatenazione – che tra l’altro era cara a san Josemaría –, la quale parla proprio di un impegno collettivo e organico.
Abbiamo ereditato una tradizione di buona concatenazione fin dagli inizi di questa Università, ormai 40 anni fa. Una grande parte di ciò che si è raggiunto risponde a quell’armonia di forze che proprio una buona concatenazione genera. Conservare questa tradizione, arricchirla nelle circostanze attuali e trasmetterla alle nuove generazioni non è qualcosa che si può improvvisare. Per questo vogliamo lavorarci, e ci stiamo lavorando.
Il fulcro del processo di riflessione che stiamo portando avanti da più di due anni, con il contributo di tutti nella Santa Croce e con l’aiuto della Agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità delle Università e Facoltà ecclesiastiche (AVEPRO), sta per giungere a maturazione con un Piano Strategico per gli anni a venire 2024-2029. Tutti noi che componiamo questa comunità universitaria siamo chiamati a fare la nostra parte per essere buoni anelli di questa grande catena di impegno e generosità.
Pochi giorni fa, un collega di questa Università mi ha chiesto se mi rendessi conto della fortuna che abbiamo di poter lavorare in questa istituzione, proprio nel tempo che ci è dato di vivere. L’occasione dell’inizio dell’anno accademico può essere un momento opportuno per fare questo tipo di considerazione, vagliando le nostre motivazioni ultime, quelle che danno forma al lavoro in questo comune progetto della Pontificia Università della Santa Croce.
Se il collega avesse ragione – cosa che non può essere data per scontato –, noi professori, il personale tecnico amministrativo e gli studenti saremmo davvero tutti fortunati perché il mondo – il mondo di oggi, quello reale –, e la Chiesa, che sentiamo come Madre, si aspettano molto da noi. Se lo aspetterebbero giustamente perché abbiamo tra le mani abbondanti tesori per alleviare i dolori di questo tempo, dare ragioni per vivere con speranza e accompagnare tante persone verso l’unica vera gioia, il “veritatis gaudium” che, lo sappiamo, solo Dio può dare.
L’avvicendamento al Rettorato è solo un segno, piccolo ma forse un po’ più visibile, del momento di raccolta di un testimone che una generazione sta ricevendo dalla precedente, che nel nostro caso specifico è stata la prima. Nella persona del già Rettore Luis Navarro, ora professore emerito, esprimiamo a tutti coloro che ci hanno preceduto enorme gratitudine, una segreta ammirazione e la richiesta di aiuto, per continuare a elevare e sostenere il grande progetto della Pontificia Università della Santa Croce.
Rettore Magnifico
Rev. Prof. Fernando Puig