Giornata di studio sulla copertura giornalistica delle religioni, 13 novembre 2024
Mercoledì 13 novembre 2024 (ore 9.30, Aula Magna Giovanni Paolo II), si è svolta la Giornata di Studio La copertura giornalistica delle religioni, promossa dall’Associazione ISCOM con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose” e la collaborazione dell'Università.
L'obiettivo dell'incontro è stato quello di mettere a confronto voci e prospettive della professione giornalistica, di costruire relazioni tra operatori dell’informazione e leader religiosi e di favorire una migliore comprensione dell’opinione pubblica del fenomeno religioso.
LA GIORNATA IN PILLOLE
Il Comitato "Giornalismo e Tradizioni religiose" origina da considerazioni culturali, forse mediatiche, piuttosto che teologiche. Sulla convinzione che la dimensione spirituale e quindi trascendente sia elemento portante della struttura umana, si è pensato di contribuire alla conoscenza scientifica con la diffusione dei caratteri fondamentali delle tradizioni religiose più diffuse in questo momento storico. Marta Brancatisano
Valorizzare attraverso i mass media il contributo che le diverse religioni possono offrire al pluralismo, sviluppando un’informazione corretta e completa, in un’ottica realmente pluralista e rispettosa delle differenze. Proposta: una sorta di authority per i media sul tema delle religioni. Un organismo, più attento all’informazione che alla censura, che si ponga come interlocutore per fornire informazioni più corrette ed approfondite sulle religioni agli operatori dei media e facilitare la comunicazione tra esponenti ed esperti del settore ed i media. Davide Dionisi
In un contesto multiconfessionale e multireligioso quale quello italiano ed europeo è urgente, utile e necessaria una corretta conoscenza delle tradizioni religiose. L'ignoranza innesca un processo pericoloso la cui decostruzione è operazione sempre più complessa ed intricata, difficile e non indolore. La corretta comunicazione può aiutare il processo inverso, il passaggio dal sospetto alla fiducia attraverso un'ermeneutica della coerenza, quella che una corretta comunicazione può dipanare. Giuliano Savina
Le ricerche in ambiti disciplinari come la Sociologia della religione e dei processi culturali, l’Antropologia e la Psicologia della religione confermano in modo evidente che non possiamo utilizzare più il termine “secolarizzazione” come categoria descrittiva delle società contemporanee occidentali. La dimensione del sacro, intorno alla quale si svolgono i nodi cruciali dell’esistenza, presenta oggi scenari inediti rispetto al passato e pone al mondo della comunicazione sfide improrogabili. Claudia Caneva
Le principali fonti di informazione degli italiani sono algoritmiche. Una sfida per chi è impegnato nel racconto della vita della Chiesa, dei contenuti di fede e del Magistero che, a corrente alternata, riescono a "bucare" la Rete. Messaggi sottoposti spesso a distorsioni. E molti dei temi cari al cristianesimo sono esposti, inoltre, ad un alto tasso di polarizzazione. Le fonti di informazione sono i canali che contribuiscono alla costruzione delle opinioni. Una sfida per chi produce e per chi consuma informazione. Fabio Bolzetta
Il tema della comunicazione delle tradizioni religiose ha sempre un prerequisito nella personale vita e testimonianza del singolo fedele. Un comunicatore efficace è chi ha capacità di percepire la propria fede nel contesto storico, attualizzando le modalità espressive, e nella consapevolezza che il fatto religioso e ogni credo è oggi un "contenuto di minoranza" nel grande ambiente della comunità digitale. Su qualsiasi piattaforma comunicativa, è possibile con professionalità e sincerità proporre prodotti adeguati, che partano da testimonianze reali, dal vissuto, che è sempre una chiave apprezzata e premiata dalle audience. E su questo terreno la tradizione religiosa ha molto da dire. Giovanni Cubeddu
Dall’invenzione del cinematografo all’esplosione delle piattaforme streaming, cinema e televisione hanno sempre avuto l’ambizione di raccontare per immagini le storie delle tradizioni religiose. Tutt’oggi, la domanda di faith content è in crescita rampante, in un mercato che reclama nuove linee narrative ed un approccio fresco al racconto della spiritualità. Come renderlo attuale per le nuove richieste del pubblico?. Luca Bernabei
Il controverso rapporto tra religione e mass media riflette la complessa relazione che oggi caratterizza la religione rispetto alla società contemporanea e ci spinge a ripensare cosa siano le religioni, cosa siano i media. Le piattaforme digitali e le serie tv abbondano di simboli e di riferimenti religiosi che raramente veicolano messaggi spirituali e propongono modelli che influiscono sulla vita reale dei telespettatori, anche se tendenzialmente non coincidono con il comune sentire popolare. Davide Jona Falco
Nell'era delle piattaforme e delle serie TV, la narrazione della religione, in particolare dell’Islam, è diventata più sfaccettata. Oggi le serie mostrano la quotidianità di musulmani che affrontano dilemmi identitari e morali nel vivere la propria fede in contesti moderni. Si toccano temi come islamofobia e pregiudizi, contribuendo a superare stereotipi e a promuovere una visione empatica della religione. Queste narrazioni costruiscono un ponte di comprensione interculturale e arricchiscono il discorso sulla diversità religiosa. Zouhir Louassini
La fenomenologia religiosa ha sempre avuto difficoltà ad essere presente nella comunicazione di massa, dove ha fatto breccia solo per notizie scandalistiche, avvenimenti straordinari quali l'elezione di un Papa, eventi presuntivamente miracolistici. Soprattutto è carente l'approccio critico-intellettuale, che del resto sconta il basso livello di cultura religiosa della popolazione. Sembrano invece avere più successo le narrazioni visualizzate cinematografiche e televisive, anche di tipo pubblicitario, che hanno come protagonisti alcuni soggetti religiosi. Roberto Cipriani
«La Rassegna mensile di Israel», fondata da Alfonso Pacifici e da Dante Lattes nel 1925, è la più importante sede di dibattito culturale dell'ebraismo italiano. I quasi novanta volumi, i contributi scientifici pubblicati, le centinaia di libri recensiti fanno della rivista una fra le più longeve e autorevoli voci dell’ebraismo europeo, interrotta solo dalle leggi antiebraiche del fascismo, dalle persecuzioni e dagli eventi bellici. Nella relazione verranno illustrate le personalità dei fondatori della Rivista ed esemplificati i temi principali di cui essa si occupa. David Gianfranco Di Segni
Il tema dell’incidenza dell’uso degli strumenti e linguaggi dei nuovi media sulla trasmissione della conoscenza e della tradizione orale è stato il tema di quest’anno dell’incontro annuale al Senato organizzato dall’Unione Induista Italiana in occasione delle celebrazioni del Diwali. Alla condivisione di alcune riflessioni emerse durante il convegno seguirà l’analisi di un case study sulla copertura della festa del Lolark Shasthi utilizzando articoli ed immagini pubblicate dalla stampa internazionale e da un settimanale italiano di politica internazionale. Ghita Micieli De Biase
L’islam ha una ricchissima storia e presenta realtà molto composite: più di 54 Stati di cultura e religione islamica, tante lingue e modi di vivere, ma in Occidente tutto questo viene omesso perché è faticoso e impegnativo conoscerlo e sembra quasi rischioso trovare tratti comuni. Ci sono più di due milioni e mezzo di immigrati musulmani in Italia ma nei mass media italiani la loro presenza come giornalisti, analisti e dirigenti è molto risicata. Serve un costante dialogo reciproco e il comune impegno di stampa italiana e mondo islamico per superare l’immagine collettiva popolare e l'anti islamismo. Ahmad Ejaz
Anche quando affrontano temi religiosi, i media non esitano a far ricorso a espressioni gridate: scandalo, blasfemia, scomunica, genocidio et similia. Parthenope, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, e la foto delle due carrozzelle Bergoglio/Bonino: due fatti recenti con ampia e non sempre approfondita copertura giornalistica, e tribale rappresentazione social. La liquefazione del sangue di San Gennaro, dopo un mimato rapporto sessuale tra i protagonisti della nuova pellicola del regista napoletano, e il dialogo di una coppia di opposti che si attraggono (un dialogo nobile che nell’arena digitale diventa ignobile). Antonino Piccione
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