Giornata di studio su "Pandemia e narrazione", venerdì 29 aprile 2022
Pandemia e narrazione. La risposta dell'arte alla fragilità umana è il titolo della Giornata di studio promossa dalla Facoltà di Comunicazione e dal Gruppo di ricerca "Poetica & Cristianesimo" il 29 aprile 2022.
Scrivono gli organizzatori: "Ricordando i ruoli sorprendenti e diversi che la peste ha avuto in due pilastri della letteratura italiana, Il Decamerone di Boccaccio e I Promessi Sposi di Manzoni (senza dimenticare la sua presenza importante in altre opere come La Peste di Camus e La Maschera della Morte Rossa di Poe, oppure il film Il Settimo Sigillo di Bergman), si è esaminato, nel contesto della pandemia attuale, il rapporto fra il fenomeno pandemico e l’arte".
Pandemia e narrazione: quale può essere la risposta dell'arte alla fragilità umana? Se ne è discusso, giovedì 29 aprile 2022, durante la Giornata di studio promossa dalla Facoltà di Comunicazione e dal Gruppo di ricerca "Poetica & Cristianesimo" della nostra Università. I relatori hanno esaminato nel contesto della pandemia attuale, il rapporto fra il fenomeno pandemico e l’arte.
John Wauck, docente di Letteratura cristiana alla Santa Croce, ha aperto il convegno con un intervento sul tema Le domande che rimangono, da ‘Il Settimo Sigillo’ di Bergman a ‘La Peste' di Camus’: “in entrambe le opere, il tema della morte è molto presente; la peste è simbolo della mortalità umana e della precarietà della vita. Manca però una riflessione seria sul cristianesimo”
Bruno Nacci, Autore, si è invece concentrato sul romanzo I Promessi Sposi: “quello di Manzoni è un pensiero fenomenologico, vuole descrivere la peste; è proibito però anche solo pronunciarne il vocabolo perché evocare il nome di una malattia grave getta nello smarrimento. Quella di Manzoni è un'accusa a chi ha responsabilità e agisce solo per viltà o per interesse”
Il poeta Giuseppe Conte è intervenuto insieme allo scrittore Alessandro Rivali trattando il tema della speranza e del male. "La speranza è una forma di energia spirituale" - ha detto Conte - "che consiste nel credere ed esercitare l'amore. Amare sempre". Rivali, parlando dell'esperienza nel campo di concentramento di Viktor Frankl, ha parlato del tema della bellezza che “anche nelle piccole cose che sembrano banali, come un tramonto o un albero fiorito, argina, in qualche modo, lo strangolamento del male".
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