Discorso del Rettore - Condividiamo una sorta di "patto per la Qualità"
Inaugurazione A. A. 2022/2023, 3 ottobre 2022 - Dopo il periodo della pandemia – che ha già messo a dura prova le nostre esistenze – non si placano purtroppo a livello sociale altre crisi e altri problemi. La guerra in Ucraina, che si protrae da oltre sette mesi, non lascia ancora intravvedere spiragli di soluzione e molti conflitti attanagliano diverse aree del mondo. Purtroppo, negli ultimi giorni c’è stata una escalation nel conflitto dell’Est europeo, come ricordava ieri Papa Francesco.
Da credenti siamo vicini alle sofferenze dei popoli in guerra, alle vittime e ai loro familiari, a chi è costretto a lasciare le proprie case, e affidiamo all’intercessione della Madonna la fine delle ostilità e una pace vera e duratura in tutto il mondo.
Intanto però la vita va avanti, e siamo chiamati sempre a fare la nostra parte per portare uno spiraglio di speranza là dove sono le nostre occupazioni, certi che il Signore non ci farà mai mancare il suo sostegno e la sua benedizione.
Nella Chiesa ad esempio, come sapete bene, siamo in pieno processo sinodale, che culminerà nell’ottobre 2023 con l’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi. Molti di noi hanno già preso parte a questa convocazione sulla sinodalità e altri lo faranno sicuramente in questi prossimi mesi. Come Università della Santa Croce, infatti, siamo inseriti in questo “cammino”, portando avanti quelle istanze di comunione, partecipazione e missione che il Santo Padre ha affidato a tutta la Chiesa attraverso questo strumento.
Per quanto riguarda la nostra realtà accademica, per me è un motivo di gioia constatare che il numero di iscritti alle varie Facoltà e all’Istituto di Scienze Religiose ha ripreso quest’anno un trend positivo. Abbiamo, infatti, circa 225 nuovi studenti iscritti, sacerdoti, religiose e religiosi, seminaristi, laiche e laici, provenienti da 41 Paesi, a conferma dell’internazionalità della nostra comunità, quindi della “cattolicità” della Chiesa.
Allo stesso tempo, mi fa piacere condividere con voi che tutte le attività accademiche ritorneranno completamente in forma presenziale, così come la capienza delle aule tornerà ad essere disponibile al 100%. Vigileremo evidentemente sull’evoluzione della situazione sanitaria che speriamo si mantenga stabile. Tuttavia, questo ritorno alla normalità è un aspetto molto importante che ci tengo a sottolineare, perché contribuirà a consolidare meglio la nostra vocazione universitaria.
Ogni Ateneo, difatti, è un luogo dove la relazione accademica tra professori e studenti è feconda se può essere sviluppata in modo pieno, sprigionando tutta la ricchezza del contatto interpersonale. Nel dialogo e nella convivenza è possibile beneficiare in pieno dell’ambiente formativo, che aiuta a crescere gli uni gli altri. Ed è questa la nostra ragion d’essere come Università.
“Ciò che il Vangelo e la dottrina della Chiesa sono chiamati oggi a promuovere, in generosa e aperta sinergia con tutte le istanze positive che fermentano la crescita della coscienza umana universale, è un’autentica cultura dell’incontro, una cultura anzi, possiamo ben dire, dell’incontro tra tutte le autentiche e vitali culture, grazie al reciproco scambio dei propri rispettivi doni nello spazio di luce dischiuso dall’amore di Dio per tutte le sue creature” (Papa Francesco, Costituzione ap. Veritatis Gaudium, Proemio, 8 dicembre 2017).
Queste parole di Papa Francesco scritte nel Proemio della Costituzione apostolica circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche Veritatis gaudium, ci chiamano evidentemente in causa direttamente e come Santa Croce – grazie evidentemente al contesto multiculturale che caratterizza i nostri studenti e docenti – abbiamo l’opportunità di contribuire in maniera fattiva alla missione della Chiesa di oggi.
È in questa linea che vanno molte delle attività realizzate nell’anno accademico appena concluso, accanto ad alcune esperienze di ascolto che abbiamo avviato per rendere fattivo questo “dialogo sinergico” indirizzato a far emergere quello “spazio di luce dischiuso dall’amore di Dio per tutte le sue creature”, come scrive il Papa.
Uno degli elementi è stato il processo di ascolto e discernimento avviato con la comunità dei docenti, per giungere alla definizione di un report condiviso di temi di ricerca a cui dedicare il lavoro dei prossimi anni. Da questa fase di consultazione sono emerse conclusioni interessanti su questioni di rilievo per la società e per la Chiesa che vale la pena approfondire nel prossimo futuro.
A titolo di esempio, tra gli ambiti strategici per i quali i nostri docenti hanno manifestato interesse e su cui vogliamo lavorare ancora negli anni a venire, compare il ruolo del laicato nella missione della Chiesa, l’antropologia della libertà come comprensione cristiana della modernità e della secolarità, le forme dell’annuncio nel contesto della nuova evangelizzazione, i rapporti tra fede e ragione, lo sviluppo umano integrale e la promozione del bene comune.
Aspetti che vengono comunque portati avanti nell’ordinarietà del nostro insegnamento e attraverso le iniziative aperte anche all’esterno. Come è il caso, ad esempio, della giornata sulla santità laicale, che abbiamo vissuto nel mese di maggio come evento conclusivo dell’Anno “Famiglia Amoris Laetitia” voluto da Papa Francesco, mettendo in risalto le testimonianze di cinque coppie di sposi cristiani per i quali è in corso il processo di canonizzazione o che sono morte in fama di santità.
In questa linea va anche la Giornata di studio sui Movimenti, le Nuove Comunità, Associazioni e Aggregazioni laicali promossa invece ad aprile dalla Facoltà di Teologia, che ha riflettuto sull’importanza dei carismi per la Chiesa e per la società. Da parte sua, la Facoltà di Diritto Canonico ha riflettuto sul rapporto tra i sacramenti come diritti e come sorgenti di diritto, anche da una prospettiva interdisciplinare attraverso tematiche liturgiche, dogmatiche e morali. Sulla libertà umana e sulle risposte filosofiche al nichilismo e allo scientismo si è confrontata invece la Facoltà di Filosofia nel corso di due attività, mentre la Facoltà di Comunicazione si è interrogata sulla fragilità umana e su come l’arte possa offrire una risposta al suo superamento. Ai giovani e alla sinodalità sono state invece dedicate due iniziative di studio dell’ISSR all’Apollinare.
Questo per sottolineare anche la varietà delle questioni e degli argomenti rispetto ai quali la società chiede impegno e risposte e su cui un’accademia, se veramente ci tiene, riflette adeguatamente e prova a offrire delle soluzioni, quanto meno a livello di pensiero. Non mi dilungo su altre interessanti attività, programmi e proposte che abbiamo realizzato nell’ultimo anno accademico, rimandandovi alla rivista Notizie dalla Santa Croce appena pubblicata e che vi è stata consegnata, dove trovate appunto un’opportuna e dinamica sintesi di quanto fatto.
Aggiungo soltanto altre due iniziative che forse vale la pena sottolineare nella linea dell’ascolto e dell’incontro. L’avvio del progetto Vita Universitaria, che vuole sostenere le attività extra curriculari promosse – e proposte – dagli studenti, come iniziative di volontariato, conferenze, concerti, visite guidate, eventi sportivi. Lo scopo è quello di favorire la condivisione e lo scambio di culture per approfittare al meglio del tempo trascorso nella Città Eterna durante gli studi, affinché gli studenti possano veramente – come raccontava di sé San Giovanni Paolo II – “imparare Roma”.
In quest’anno si è anche consolidato il processo di “comunicazione interna”, che intende migliorare lo scambio delle informazioni tra l’Università e i suoi dipendenti, studenti ed alumni, e fare in modo che ciascuno si senta parte “viva” della comunità accademica. Ritengo che sia un utile strumento anche i nuovi canali Santa Croce Informa, da cui vengono convogliate tutte le comunicazioni che prima partivano invece da mittenti e uffici diversi.
A proposito di comunità accademica, voglio qui esprimere pubblicamente il nostro ringraziamento per i numerosi anni dedicati all’insegnamento, alla prof.ssa María Ángeles Vitoria e al prof. Manuel Belda, che si congedano per raggiunti limiti di età. Un grazie sentito anche al prof. Ángel Rodríguez Luño che negli ultimi anni si è occupato di gestire la carica di Direttore Gerente dell’Università, e che ora viene sostituito dal dott. Gianluigi Vender.
Auguri ai nuovi coordinatori degli studi della Facoltà di Teologia (il prof. Marco Vanzini), della Facoltà di Diritto Canonico (il prof. Thierry Sol) e dell’ISSR all’Apollinare (prof.ssa Valeria Ascheri), al nuovo direttore del Centro di Formazione Sacerdotale, il prof. Miguel de Salis, e ai vicedirettori Fernando Crovetto e Juan Carlos Ossandón. E con loro auguri anche a tutti i componenti del personale tecnico-amministrativo ai quali è stato chiesto di svolgere nuovi ruoli di responsabilità e di servizio.
Un ricordo nella preghiera per i due professori emeriti della Facoltà di Diritto Canonico che ultimamente ci hanno preceduto in Cielo, il prof. Joaquín Llobell, che ha dedicato molte energie e lavoro a questa nostra Università e nella Curia Romana, e il prof. José Luis Gutiérrez Gómez, scomparso proprio alcuni giorni fa, che tra le altre cose ha svolto un prezioso lavoro nel Dicastero per le Cause dei Santi accompagnando numerosi processi. In questi giorni ha visto la luce una sua pubblicazione postuma.
Prima di concludere vorrei accennare brevemente ad almeno due obiettivi di questo Anno accademico 2022/2023 che inizia.
Il processo iniziato lo scorso anno relativo alle “linee di ricerca” dei professori, a cui ho già accennato, proseguirà e darà passi in avanti, con la concretizzazione di iniziative specifiche in linea con i temi emersi in fase di consultazione. La ricerca è un qualcosa di sostanziale nella vita accademica e sarà un obiettivo prioritario per noi nei prossimi anni.
D’altro canto, la ripresa delle attività in presenza ci richiama ancora una volta alla necessità di pensare – insieme – ad una “cultura della qualità”. Professori, dipendenti, studenti e anche alumni siamo costruttori della qualità del servizio che diamo e che riceviamo.
Non c’è nessun lavoro, in questo tessuto che è l’Università, che non sia importante o non dia un contributo significativo a tutto l’insieme. Penso anche quindi alla didattica, alla biblioteca, agli edifici e agli ambienti. Voglio dunque invitare tutti a condividere una sorta di “patto per la qualità”, che farà in modo che gli studenti e tutti quanti partecipano alla vita della nostra Università possano sempre fare esperienza di qualcosa di positivo ed arricchente. Vi terremo aggiornati su questo processo, di cui sarete protagonisti.
Intanto, concludo ringraziando tutti i presenti per la vostra attenzione.
Rettore Magnifico
Rev. Prof. Luis Navarro