Colloqui sulla Comunicazione - Presentazione del libro "La marca de Dios", 18 ottobre 2023
La marca de Dios
Presentazione del libro con gli autori
Leopoldo Abadía, professore e scrittore
Toni Segarra, pubblicitario e scrittore
Mercoledì 18 ottobre 2023
Aula Álvaro del Portillo
Introdotti dal Prof Jordi Pujol, abbiamo avuto ospiti nel mercoledì con i professionisti della comunicazione di questa settimana i due autori del libro “La Marca de Dios”, Leopoldo Abadía e Toni Segarra.
“Questo libro effettivamente è stata una mia ossessione” ha detto Segarra raccontando come da anni fosse affascinato dall'idea che un'istituzione di 2000 anni come la Chiesa avesse sempre comunicato. “Il papa stamattina, nell’udienza generale, ha fatto un discorso su Charles de Foucauld e il discorso aveva a che vedere con la comunicazione e l'evangelizzazione. Francesco ha parlato dell'importanza dell’essere testimoni e del non fare proselitismo. Questa è una lezione di marketing straordinaria” ha esclamato Segarra. In fondo, ha rivelato, “il libro è l'inizio di un punto di vista sulla chiesa come esempio di #marketing per le imprese”. Oggi, ha detto, “occorre dire alle imprese di ascoltare il pubblico, come fa la Chiesa da secoli”.
Abadía, ha raccontato che una volta un amico gli aveva parlato di una teoria contenuta in un paper in cui si sosteneva che “tutto quello che è scritto sulla comunicazione è stato copiato dalla Chiesa cattolica”. Tanto da poter dire che “tutta la comunicazione del mondo, in fondo, ha una radice cristiana”. La Chiesa è infatti un esempio di marketing perché predica in tutto il mondo con una strategia che è stata inventata nell’anno 30 dopo Cristo. A differenza delle aziende però, non è gelosa del suo marchio, la croce: ognuno può usarla e con diverse forme e accezioni. Ognuno ha la sua, può addirittura inventare un nuovo tipo di croce, senza infrangere nessun copyright.
“Ma allora – ha chiesto uno studente – perché se la Chiesa ha questa forza comunicativa per vendere il suo ‘prodotto’ alle volte la comunicazione va male o sembra non avere il giusto appeal”?
“In realtà – ha risposto Abadia – la campagna sembra funzionare perché, se si guarda il contesto nel suo insieme, il cattolicesimo nel mondo sta crescendo. Può succedere che il risultato sia meno visibile in alcuni posti rispetto ad altri, forse”. La Chiesa, inoltre, secondo Segarra, è prudente, e va misurata su tempi diversi da quelli delle aziende. Inoltre le aziende “usano le nuove tecnologie in maniera veloce e a volte in modo imprudente”.
“Ma come far capire alla Chiesa che il marketing non è un nemico ma può aiutare all'evangelizzazione? E perché oggi si ricorre spesso allo scandalo nelle pubblicità per cercare notorietà e visibilità?” Per Abadía è vero che “c'è la predisposizione a vedere il marketing e il commercio come qualcosa di impuro, di peccaminoso”, ma questa è una mentalità che sta cambiando. Per quanto riguarda la mancanza di etica nelle pubblicità, per Segarra, non è un buon modo per creare legami con i consumatori e questa è una cosa della quale i pubblicitari si accorgeranno. “Non credo che questa ricerca di scandalo crei una vera conversazione con la marca, non c’è nulla che coinvolga il pubblico”. “Se c’è relazione, se si ascolta il pubblico, se si è testimoni, solo questo funziona”.
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