Colloqui sulla Comunicazione - Incontro con il Prof. Yago de la Cierva, 18 gennaio 2023
Colloqui sulla Comunicazione Istituzionale
Incontro con il Prof. Yago de la Cierva
Docente di Comunicazione e Gestione di Crisi, IESE Business School, Facoltà di Comunicazione Istituzionale
"Cosa può imparare la Chiesa della 'corporate communication'?"
Mercoledì 18 gennaio 2023
Aula Álvaro del Portillo
"Cosa può imparare la Chiesa dalla 'corporate communication'?" è stato il titolo dell’incontro del mercoledì tenuto dal Prof. Yago de la Cierva, docente di Comunicazione e Gestione di Crisi, IESE Business School, e della nostra facoltà.
Partendo dal titolo dell’intervento il professore ha delineato alcune importanti caratteristiche della comunicazione istituzionale delle aziende che, a suo parere, anche la Chiesa in ambito di comunicazione dovrebbe acquisire. Una su tutte, adottare una comunicazione integrata. Spiega de la Cierva:«le aziende non hanno solo una strategia di mercato, riferita a prodotti, ai clienti, ai fornitori, ecc., ma negli ultimi 20 anni hanno adottato anche una strategia "non di mercato" che dà valore soprattutto agli stackeholders non commerciali». Questo significa sviluppare «una strategia integrata con i vicini, con i pubblici interni, ecc.» smettendo di rapportarsi a questi pubblici in maniera indipendente, con attività di lobbies, per avere un risultato. «I rapporti vengono integrati sotto lo stesso ombrello, sotto un’unica persona». Il concetto è che ogni attività che riguarda l’istituzione coinvolge diversi pubblici che sono di rilevanza per l’azienda e questo coinvolge la comunicazione. «Si tratta di porre la comunicazione ad un livello di governo. Le aziende si sono accorte che questo modello integrato funziona ed è utile».
Anche aspetti che sembra non abbiano a che fare con la comunicazione, ha spiegato de la Cierva, ad esempio questioni finanziarie che hanno un impatto economico forte sulle aziende, vengono ormai gestiti da un unico dipartimento, quello della reputazione. Nella chiesa questo non succede. «Molte istituzioni ecclesiali – ha sottolineato il professore – continuano con il modello di gestione singola con gli stakeholder. Ma gli altri stakeholder che hanno ugualmente un impatto sull'opinione pubblica non rientrano nella loro competenza. Questo crea delle difficoltà». Dunque, questa è una delle grandi differenze: «nelle aziende che comunicano bene la comunicazione è integrata».
Ma come applicare questo modello anche nelle istituzioni ecclesiali? è la domanda che risuona nell’aula. Per il docente occorre «uscire dal cerchio della comunicazione. Dedicare molto più tempo agli aspetti di governo (con avvocati, economi, e altre figure di rilievo) piuttosto che al rapporto con i media o alla comunicazione interna». Purtroppo oggi, ha constatato, «le persone che gestiscono la comunicazione, non sono nei comitati dove si prendono le decisioni. Questa è la cosa più critica. Mentre invece un direttore di comunicazione deve diventare la persona di fiducia del capo». In questo modo anche le crisi possono essere prevenute e gestite in modo migliore, diventando momenti di crescita per l’istituzione.
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