Colloqui sulla Comunicazione - Incontro con il Dott. Eugenio Ajroldi di Robbiate, 7 dicembre
Colloqui sulla Comunicazione Istituzionale
Incontro con il Dott. Eugenio Ajroldi di Robbiate
Direttore Ufficio Comunicazioni, Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta
"La comunicazione nelle emergenze umanitarie"
Mercoledì 7 dicembre 2022
Aula Álvaro del Portillo
“Quando arriverà un malato sia condotto ad un letto e là, come fosse il Signore, date lui quanto di meglio la casa ha da offrire”. «La frase, scritta 900 anni fa, esprime al meglio la vocazione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta ed è valida tutt’oggi». A dirlo è il Dott. Eugenio Ajroldi di Robbiate, direttore dell’Ufficio Comunicazioni, relatore al nostro incontro del mercoledì con studenti e docenti dal titolo "La comunicazione nelle emergenze umanitarie".
Cos’è il cosiddetto Ordine di Malta? È un ordine religioso laicale, con circa 40 professi, ossia religiosi che hanno preso i tre voti monastici, e circa 13mila membri da 60 paesi del mondo «che lavorano alla missione dell'ordine che è quella di aiutare gli ultimi, i poveri e i malati, garantendo aiuto, sostegno, conforto e cura in ogni parte del mondo». E questo «dal punto di vista comunicativo è un disastro – ha detto Ajroldi – perché non avendo un focus preciso, come ad esempio Save the Children, l’Unicef, ecc. per spiegare quello che facciamo devo cercare di semplificare il più possibile».
Abbiamo «agenzie di soccorso internazionale, presidi sanitari, ambulanze, programmi di assistenza sociale per ogni fascia di popolazione, ecc.», inoltre, in quanto soggetto di diritto internazionale, l’Ordine ha la peculiarità di intrattenere relazioni istituzionali e diplomatiche con gli stati. «Abbiamo relazioni diplomatiche con 112 paesi del mondo, attraverso 149 ambasciate. Questa struttura diplomatica è fondamentale per l'istituzione e i nostri ambasciatori hanno il compito di sostenere questa vocazione». Le relazioni diplomatiche dell’Ordine di Malta sono le stesse che hanno gli stati con i vari paesi «solo che noi non difendiamo gli interessi dei cittadini del nostro paese ma difendiamo le persone, i bisognosi, in quei paesi dove operiamo». Si tratta di una diplomazia umanitaria che grazie all’accesso ai ministeri e alle cariche statali permette una capacità di interlocuzione in grado di gestire attività ai più alti vertici. «Trai i nostri obiettivi c’è quello di facilitare i progetti umanitari, il dialogo interreligioso, implementare i princìpi del diritto internazionale umanitario, provvedere ai bisogni delle persone, ecc.».
Oggi uno degli impegni più urgente è nell’aiuto alla popolazione ucraina. «Allo scoppio della guerra siamo intervenuti subito per dare il massimo del sostegno». Oltre a questo, «l’assistenza ai migranti, giorno per giorno. Poi abbiamo un corpo internazionale di volontari che interviene dopo i disastri. Abbiamo ospedali, volontari che si occupano di anziani, disabili, persone colpite da demenza, senza tetto. Distribuiamo oltre 5 milioni di pasti al giorno in molti paesi del mondo». Tra queste attività un capitolo importante lo rivestono i pellegrinaggi. «Organizziamo pellegrinaggi mariani, di cui il più importante è a Lourdes con i malati, i primi giorni di maggio. Questo rispetta il nostro DNA che non è solo religioso ma incentrato proprio sulla vocazione all’aiuto».
La storia dell’Ordine nasce a Metà del XI secolo a Gerusalemme con la creazione di un ospedale, da qui il nome “ospedalieri” per poi proseguire nei secoli fino a Napoleone. La sede poi, dopo vicende alterne, viene spostata a Roma dove si trova tutt’ora. «Dal 1113 siamo il più antico ordine laicale del mondo – ha spiegato il relatore – e il capo dell'ordine che presiede il Sovrano Consiglio, cioè il governo dell'Ordine, deve essere d'esempio per tutti».
Per quanto riguarda la comunicazione, l'ufficio centrale ha la responsabilità di promuovere la dimensione istituzionale quindi le attività del Governo e del capo. «Stabiliamo le principali linee guida che poi condividiamo con i nostri uffici di comunicazione nel mondo». Uno dei nostri ruoli è quello di contribuire alle competenze nella comunicazione, dunque alla formazione di professionisti, e anche monitorare sulle false notizie che nascono intorno all’Ordine di Malta: Falsi ambasciatori, falsi membri, false nomine, ecc.».
Una delle attività più importanti sono le relazioni con i media. «Io nel mio team ho 2 giornaliste. Promuoviamo l'immagine dell'Ordine con le media relation. Seguiamo le delegazioni estere che vengono in visita. Scriviamo tanti discorsi e partecipiamo alle visite ufficiali per poter assicurare la comunicazione degli eventi. Pubblichiamo soprattutto il rapporto d'attività ogni 2 anni in 5 lingue che distribuiamo incirca 100 paesi del mondo. L'aspetto più difficile sono le traduzioni oltre alla distribuzione. Il costo sul budget è molto alto di distribuzione. Oltre che complicato in alcuni paesi ad esempio a Cuba».
L’Ordine gestisce anche i social media: Facebook in 5 lingue, Twitter, Instagram e un canale Youtube. «Grazie ai social abbiamo avuto un grande effetto moltiplicatore. Dopo di noi anche i nostri uffici nel mondo hanno curato la comunicazione social, il corpo volontario, le associazioni, ecc. Uno dei nostri compiti è monitorare, ma raramente devo intervenire per correggere».
Tra le molte attività «facciamo anche presentazioni in pubblico, formazione interna, organizziamo eventi». Tra questi il Forum dei Comunicatori dell’Ordine che si incontrano ogni 18 mesi a Roma. «Curiamo l’archivio digitale con circa 400mila foto, con problematiche di dimensioni, accesso, ecc. Abbiamo anche un sistema di siti web che offriamo alle nostre ambasciate per aiutarle ad uniformare lo stile. Abbiamo anche una intranet, un contenitore di documenti interni a cui hanno accesso circa 500 persone con alte responsabilità».
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