Colloqui sulla Comunicazione - Incontro con Eva Fernández (Radio Cope - Spagna), 23 novembre
Colloqui sulla Comunicazione Istituzionale
Incontro con la Dott.ssa Eva Fernández
Corrispondente per l'Italia e il Vaticano di Radio Cope (Spagna)
"Parlare della Chiesa cattolica ai cattolici (e non solo)"
Mercoledì 23 novembre 2022
Aula Álvaro del Portillo
“Credo che per fare bene il lavoro del corrispondente serva molto tempo per conoscere la macchina della Chiesa” ha detto la Dott.ssa Eva Fernández, Corrispondente dal 2016 per l'Italia e il Vaticano di Radio COPE (Spagna), intervenuta mercoledì scorso al nostro incontro tra gli studenti e i professionisti della comunicazione. Tema dell’incontro è stato come “parlare della Chiesa cattolica ai cattolici (e non solo)”.
Il compito del giornalista, ha sostenuto Eva Fernández, è “servire la verità nel miglior modo possibile”. La sua esperienza è “quella di una giornalista che da qui, da Roma, può essere in contatto con i giornalisti di tutto il mondo e riesce a percepire davvero l'universalità della Chiesa”. Da Roma acquista, quindi, maggior valore la necessità di essere preparati per gestire la reputazione dell'istituzione nel mondo e a questo scopo un buon rapporto con i giornalisti è indispensabile. “Il rapporto – ha tenuto a sottolineare – tra un comunicatore e un giornalista non sarà mai tranquillo, ma sempre in tensione. È un dato di fatto. Bisogna anticipare, prevenire, avere la benda pronta per quando arriverà la ferita”. Con un complimento alla nostra facoltà la giornalista ha detto che “è per questo che siete qui – rivolgendosi ai futuri comunicatori la – perché questa è l'università più preparata del mondo per formare comunicatori della Chiesa”.
Prendersi cura dei giornalisti è fondamentale. “È importante conoscerli perché sono quelli che, in un senso o nell’altro altro, tengono i fili dell'informazione della società. Tocca a voi comunicatori, convincere i giornalisti della vostra onestà o amicizia. In alcuni casi è proprio grazie a questa fiducia che si è riusciti a mitigare una crisi o attutire uno scandalo o un'informazione distruttiva. Magari il giornalista non crederà all'istituzione, ma a voi sì”, ha sostenuto.
Un altro compito importante per i comunicatori è quello di adattare l'informazione per aiutare i giornalisti a capire bene ciò che l’istituzione vuole dire e allo stesso tempo offrire loro l'informazione di cui hanno bisogno. “Occorre non logorare il rapporto altrimenti può succedere che voi comunicatori non veniate più considerati una fonte. Ed è importante anche essere sinceri. A volte potete dire semplicemente ‘mi dispiace ma su questo non so niente’”. Un'altra qualità importante è l'empatia. “Senza empatia non si può essere comunicatori della Chiesa. Voi comunicatori non dovete cadere nella trappola di dare una risposta immediata davanti a fatti che scatenano rabbia. Occorre imparare ad aspettare, riflettere e dare una risposta ragionata e più profonda”. I giornalisti non devono essere considerati dei nemici ma degli alleati. “Quello che vorremmo è avere un maggior accesso alle informazioni e avere una risposta quando lo chiediamo e non dopo troppo tempo quando non serve più”. Il rischio è che “di fronte al silenzio dell'istituzione i giornalisti cerchino altrove altre fonti magari meno attendibili e preparate, oppure che inventino loro stessi qualcosa. Il silenzio forse nel passato poteva servire, oggi non più. Fa arrabbiare molto i giornalisti e nascondere non serve. Anzi si fa crescere un clima di sospetto e diffidenza”.
Oggi la Cope è la radio generalista numero due in Spagna. Fa parte del gruppo Abside Media di cui la Cope è il fiore all’occhiello e la Conferenza Episcopale spagnola è il principale azionista. È ascoltata da 6 milioni di perone al giorno.
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