Roma, 22 ottobre – 10 dicembre 2019
«Un buon prete è prima di tutto un uomo con la sua propria umanità, che conosce la propria storia, con le sue ricchezze e le sue ferite, e che ha imparato a fare pace con essa, raggiungendo la serenità di fondo, propria di un discepolo del Signore. La formazione umana è quindi una necessità per i preti, perché imparino a non farsi dominare dai loro limiti, ma piuttosto a mettere a frutto i loro talenti. Un prete che sia un uomo pacificato saprà diffondere serenità intorno a sé, anche nei momenti faticosi, trasmettendo la bellezza del rapporto col Signore».
Papa Francesco, Discorso 20 novembre 2015
La formazione dell’affettività nei sacerdoti è un tema oggetto di sempre maggiore attenzione nella Chiesa e nella società. Essa pone le fondamenta affinché il dono che il presbitero fa di sé a Dio sia umanamente e spiritualmente arricchente per la persona, nonché efficace nel servizio ai fedeli. Si può definire un’affettività equilibrata come il rapporto armonico tra la ragione e il cuore (volontà, passioni, emozioni e sentimenti). Ma come svilupparla adeguatamente? È possibile aiutare gli altri a crescere, anche umanamente, tramite il lavoro pastorale? Come si può calibrare la maturità di una persona?
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